Gran parte delle notizie riportate nel seguito sono tratte dal libro di ANTONIO CRECCHIA - scrittore e storico di Tavenna - dal titolo :"Tavenna dalle origini alla Grande Guerra" Edizioni Accademia Internazionale Lucia Mazzocco Angelone Isernia 2006

CHIESA MARIA SS. INCORONATA

Dalle "Memorie" di don Francesco Iurescia, Arciprete dal 1901 al 1950.
"E’ questa una chiesa antichissima, ricca di un altare pregevolissimo con guarnizione di un lavoro ad intaglio in legno dorato. Ha un coro con 17 sedili sormontati da altrettanti quadri dipinti a olio rappresentanti vergini e martiri, ed in mezzo la regina delle vergini e dei martiri. Ricco di decorazioni con dipinti a olio è anche l’organo e il pulpito. Si conservano alquanto in buono stato gli ornati in legno dorato dell’altare maggiore, mentre sono andati in totale rovina gli ornati dello stesso legno dell’altare di san Luca Evangelista ed in parte anche quelli dell’altare di san Vito.
    Da epoca imprecisata ma probabilmente dal 1670, la chiesa fu di proprietà della famiglia Drusco, allora potente e facoltosa e forse anche despotizzante a Tavenna la quale la tenne fino al 1860".
 

Altare ligneo chiesa Madonna dell'Incoronata sec. XVII

Maria Santissima Incoronata - Francesco di Nardo 1707

Statua S.Teodoro Martire (1709?)

S.Nicola con Deodato e tre angeli

Statua di S.Luca Evangelista (1709 ?)

Altare di S.Vito chiesa dell'Incoronata -Francesco di Nardo 1709

Organo chiesa dell'Incoronata sec. XVIII

Fregio sopra il portone della facciata chiesa Incoronata

Chiesa S.Maria Costantinopoli (S.M.C.) anno 1773 - facciata e corona del portone

Incisione sulla corona del portone della chiesa: D.O.M. Illirici gens cara Deo me extollere curant. Deiparae sacramenti regiam. Regis ero A.D. 1773. (Al Signore Ottimo Massimo, gli Illiri, gente cara a Dio, curano di sollevarmi. Reggia del sacramento della Deipara (Appellativo di Maria, genitrice di Dio, usato nel linguaggio ecclesiastico di tono elevato per proclamare la divinità di Gesù Cristo). Sarò di re, Anno del Signore 1773.

Testo (dalle Memorie di don Francesco Iurescia, Parroco dal 1901 al 1950)

LA CHIESA

Nel volume 2° del registro dei battezzati al primo foglio, l’arciprete pro tempore don Ferdinando Zaccardi fece una memoria, dicendo di avere benedetta e messa la prima pietra, dietro permesso del vescovo di Termoli Giuseppe Buccarelli che a ciò lo delegava, il 28 maggio del 1770, dedicandola a Santa Maria di Costantinopoli. E’ una bella chiesa ricca di ornati a stucco coll’altare maggiore a stucco lucido.

Nella corona del portone di detta chiesa vi è inciso: D.O.M. Illirici gens cara Deo me extollere curant. Deiparae sacramenti regiam. Regis ero A.D. 1773. (Al Signore Ottimo Massimo, gli Illiri, gente cara a Dio, curano di sollevarmi. Reggia del sacramento della Deipara. Sarò di re, Anno del Signore 1773.).

 Non c’è nessuna memoria del termine dei lavori. Ai fianchi dell’altare maggiore però si legge: A.D. MDCCXCVI (1796). Simon Iaviculi S.P.F. .
La chiesa Parrocchiale ha una sola navata, è lunga m 39,70, larga 9,80, alta 11,40, non compresa la cupola. Ha quattro altari laterali, ricchi di stucchi e nicchie con statue di bella fattura.

Lungo gli anni ha avuto bisogno di vari interventi e restauri. L’ultimo intervento  è stato nel 2000 per l’installazione dell’impianto di riscaldamento a pannelli radianti sotto pavimento ha riportato alla luce un vecchio pavimento con disegno a mosaico, che è stato restaurato. Nel 2007 è stato installato l'impianto parafulmine, l'impianto audio e l'adeguamento dell'impianto elettrico.

Altare maggiore chiesa S.Maria di Costantinopoli

Bassorilievi altare maggiore chiesa S.M.C.

Altare laterale destro chiesa S.M.C.

Altare laterale Sinistro chiesa S.M.C.

Tabernacolo chiesa di S.M.C.

Fonte battesimale in pietra naturale monolitica

Statua di S.Giorgio patrono di Tavenna

Cappella di S.Nicola sec. XX edificata dai tavennesi in onore del Santo

Dalle Memorie di don Francesco Iurescia, Parroco dal 1901al 1950

Fu benedetta la prima pietra in aprile del 1885 dal molto reverendo sacerdote don Giorgio Canaparo allora economo curato di questa parrocchia in assenza dell’arciprete Angelucci che dimorava a Ripalta. I lavori furono iniziati, continuati e terminati tutti con le elemosine del popolo e per cura di Giuseppe Nuozzi fu Agostino, proprietario di Tavenna. Furono terminati in settembre 1901, dopo la venuta dello scrivente che la benedì, dietro facoltà di monsignor Balzano vescovo di Termoli, il 23 dicembre dello stesso anno celebrandovi la prima messa.

La costruzione di questa cappella fu uno sbaglio enorme, anzi si incominciò lo sbaglio col far venire la statua di San Nicola di Bari nel 1883 che le autorità del tempo non avrebbero dovuto mai permettere una nuova statua, mentre esisteva un’altra bellissima dello stesso santo in questa chiesa dell’Incoronata. Questi di Tavenna vollero poi scimmiottare quelli di Montenero, che nella festa di san Nicola facevano la processione di sera, con solenne pompa ed illuminazioni, trasportando la statua da una chiesa ad un’altra.

Così i tavennesi incominciarono dal primo anno a fare la sera del 10 di maggio la processione con innumerevoli lumi,ntrasportando la statua fuori l’abitato, e propriamente sui colli, dove la situavano, scusate il termine, in una baracca. Avvenne però fin dal primo anno che il cielo fu poco propizio a questi fanatici, i quali di notte tempo, alle volte furono costretti a riportare la statua nella chiesa madre, sotto fitta pioggia. D’allora sorse l’idea di farvi un fabbricato, e poco alla volta fu incominciato nell’aprile dell’anno 1885 e terminato con il pavimento in settembre del 1901.

Questo fabbricato era esposto a tutti i venti ed a tutte le intemperie, a causa dei quali avvengono dei guasti ed internamente è tanto umido da non potercene quasi servire. All’ascensione o a san Antonio si porta la statua nella cappella, per non averla dove tenere nella chiesa parrocchiale, in settembre o ad ottobre, per l’umidità si è costretti a riportarla nella chiesa madre.

Piuttosto che ad una nuova chiesa, non necessaria, si avrebbe dovuto pensare di migliorare le condizioni delle altre tre esistenti, sufficenti per un piccolo paese, e già in deplorevole stato.

Facciata cappella di S.Nicola sec. XX

Altare cappella di S.Nicola di Bari

Statua di S.Nicola di Bari

Lapide ai caduti della Grande guerra 1915-18 posata all'interno della cappella di S.Nicola

Croce in ferro battuto dietro la cappella di S. Nicola sec. XVII

Particolare della Croce in ferro battuto dietro la cappella di S. Nicola sec. XVII

Chiesa rurale di Montelateglia e ingresso cimitero di Tavenna- Notizie storiche ci dicono che nel periodo VIII-IX secolo i Benedettini edificarono un monastero nel luogo di Montelateglia


Dalle Memorie di don Francesco Iurescia, (Parroco dal 1901al 1950)

"Nessuna memoria si è potuta rintracciare di questa chiesa che deve essere molto antica. La tradizione la vuole fondata dai benedettini che vi ebbero anche il convento. Si raccontano anche delle contese sorte fra quelli di Montenero che pretendevano per essi la Madonna per ragioni di territorio, mentre questi di Tavenna non vollero mai cederla. Non esiste nessun pregio artistico, tranne un unico altare sormontato da un lavoro ad intaglio, in legno, in parte dorato.

Risiede su una ricca e ridente collina in contrada omonima, in mezzo al triangolo che formano Tavenna, Montenero e Ripalda, da poco Mafalda. Si vuole che vi fosse un paese di cui Tavenna fosse stata una borgata. Difatti negli scavi che si fanno per seppellire i cadaveri, si trovano spesso dei ruderi, e qualche volta delle travi bruciate e carbonizzate. Vi si sono incominciati a seppellire cadaveri, di questa parrocchia, mancante ancora di cimitero che finalmente è in costruzione, in quella chiesa e dintorni ( prima si sepppellivano nella chiesa parrocchiale, nell’Incoronata, e in san Giorgio, di cui oggi non esiste più traccia) il 27 giugno 1837.
Epoca di terribile epidemia, chiamata colera che terminò il 28 dicembre dello stesso anno facendo circa un trecento vittime, certamente un numero grande in paragone agli abitanti.
Si racconta da alcuni superstiti testimoni oculari, che i cadaveri, ogni giorno, erano portati a mucchi su di un carro appositamente costruito.

Ora finalmente è in costruzione il nuovo cimitero nel locale stesso ove furono seppelliti da tanto tempo, alla rinfusa, tanti cadaveri, e propriamente a settentrione della cappella stessa.
A causa dei seppellimenti dei cadaveri, tanto dentro che fuori la cappella e, quel che è peggio, nelle mura stesse, quel fabbricato è così mal ridotto, che è un miracolo se si mantiene ancora in piedi. Si dice che l’arciprete Angelucci, con pubblico testamento, avesse lasciato per legato, tutte le riparazioni occorrenti per detta chiesa col pavimento in marmo.

Fin da tempo immemorabile si va in tale cappella con solenne pompa, in processione, il 10 di maggio, che è la miglior festa di Tavenna, chiamata anche festa della Madonna.
Ricorre in quel giorno la titolare della Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli.
Si va in quel giorno a riprendere la statua della Madonna che è chiamata Santa Maria in Basilica e più comunemente Madonna di Montelateglia, che verso il mezzogiorno, fra l’entusiasmo di tutto il popolo festante, rientra trionfalmente in paese e poi in chiesa, dove, posta in luogo distinto, viene trattenuta fino alla prima domenica di ottobre, quando invece percorrendo nuovamente il paese fra il popolo piangendo nel vedersi abbandonato dalla Madre, ritorna alla sua prima e odierna dimora in Montelateglia.
Notizie più precise riguardo a questa chiesa, credo, possano ricavarsi nell’archivio di Montecassino, essendovi, come si è detto, esistito un convento di benedettini.
Non avendosi potuto ottenere nulla dall’erede Angelucci, nonostante la causa in esecuzione del testamento, fummo costretti a riparare noi la cappella ridotta in deplorevole stato per la sepoltura abusiva di cadaveri sotto il pavimento, fino al 1909. E perciò dopo diverse riparazioni del tetto e pavimento negli anni antecedenti, nel 1917 si è rifatto il pavimento a mattonelle di cemento…"

Il 23 ottobre 1943 alle ore 11, la retroguardia tedesca, con potenti cariche di tritolo ridusse l'antica chiesa ad un cumulo di macerie, probabilmente per evitare che essa diventasse un comodo posto di osservazione per le truppe alleate incalzanti.

Dopo la fine della seconda guerra venne ricostruita, sullo stesso luogo di quella antica.
La 1ª domenica di ottobre è festa solenne per i tavennesi.
La venerata immagine di Santa Maria in Basilica, che dal 10 maggio ha la Sua dimora nella chiesa madre di Santa Maria di Costantinopoli, in Tavenna, viene riportata in processione nella chiesa rurale di Montelateglia.

La tradizione della doppia sede e della doppia festa legata alla sacra immagine della "Madonna di Montelateglia" sorge dopo la metà del 1600, quando il Casale di Montelateglia rimase disabitato per la progressiva diminuzione della sua popolazione. Poiché gli abitanti più autorevoli di quel Casale (come i Soriano, i De Melza, i Moretta...) si erano ritirati a vivere in Tavenna, essi pretesero, appoggiati dalla popolazione, che la statua restasse per alcuni mesi nella chiesa madre di Tavenna a disposizione del culto dei cittadini, per lo più donne, vecchi e malati, i quali data la distanza che separa Tavenna da Montelateglia (circa 3 Km.), non avrebbero potuto tributare la loro devozione alla Madonna, così com’era nel loro ardore di fede.

Durante la 1ª domenica di ottobre del 1943, verso le nove del mattino, i tavennesi si ritrovano in chiesa per dare inizio alla processione che accompagnerà la statua alla Sua originale dimora.
Il parroco don Francesco Iurescia dà il via ma dopo aver fatto pochi metri, quando sono all’altezza dei Colli, appare una squadriglia di bombardieri tedeschi scortati da aerei di caccia.
Gli aerei, però hanno un altro obiettivo ma il sacerdote fa riportare l’immagine indietro; decisione saggia che la salverà dalla certa distruzione.

 

Chiesa di Montelateglia: particolare del campanile